Cos'è la Lipodistrofia - Centro Obesità e Lipodistrofie

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Che cos’è la lipodistrofia
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Intervista al Prof. Ferruccio Santini che parla di Lipodistrofia
La lipodistrofia non HIV-correlata,  identifica un gruppo eterogeneo di sindromi rare caratterizzate dalla perdita di tessuto adiposo sottocutaneo che determina una riduzione proporzionale dell'ormone leptina e si associa alla deposizione di grasso in sedi anomale. In base all’eziologia, vengono distinte in  genetiche o acquisite e, in base al grado di perdita del tessuto adiposo, in generalizzate o parziali. Le forme congenite includono sottotipi a trasmissione  recessiva ed altri a trasmissione dominante; le forme acquisite possono riconoscere una causa autoimmune. Sulla base di questo vengono distinte classicamente 4 principali categorie: lipodistrofia congenita generalizzata (CGL), lipodistrofia familiare parziale (FPLD), lipodistrofia acquisita generalizzata (AGL) e lipodistrofia acquisita parziale (APL). Altri sottogruppi comprendono le forme progeroidi ed altri sottotipi che non è possibile includere nelle precedenti categorie.La maggior parte delle forme di lipodistrofia risulta associata ad alterazioni metaboliche che includono l’insulino-resistenza, il diabete mellito e la dislipidemia, con aumento del rischio cardiovascolare e malattia steatosica epatica. Nei pazienti con lipodistrofia generalizzata, congenita o acquisita, le anomalie metaboliche associate alla malattia si manifestano in giovane età e possono provocare nefropatia, cardiomiopatia, retinopatia, pancreatiti acute ricorrenti, epatomegalia steatosica con possibile evoluzione in steatoepatite. Nel caso delle forme parziali, sia familiari che acquisite, la comparsa e la gravità delle complicanze è estremamente variabile e strettamente associata al tipo di sindrome da cui il soggetto è affetto.
La lipodistrofia è una condizione estremamente rara e si stima che almeno i ¾ dei casi non vengano correttamente diagnosticati.
Data la complessa sintomatologia e la difficoltà nella diagnosi di una patologia così poco diffusa e conosciuta, non vi sono dati accurati sull’epidemiologia e le informazioni attualmente disponibili sono basate per lo più su analisi dei dati riportati in letteratura. La prevalenza mondiale delle sindromi lipodistrofiche, escludendo la lipodistrofia associata ad HIV ed ai suoi trattamenti, è stata valutata attraverso la consultazione dei database di dati medici elettronici (EMR) in 3,07 casi per milione di individui (0,23 casi per milione per quanto riguarda le forme generalizzate e 2,84 casi per quanto riguarda le forme parziali). Utilizzando i dati presenti in letteratura, questi valori cambiano leggermente e diventano 0,96 casi per milione per le forme generalizzate e 1,67 casi per milione per le parziali.



La diagnosi

La diagnosi di lipodistrofia può essere ipotizzata in pazienti che presentano all’esame
obiettivo un’ingiustificata riduzione di tessuto adiposo sottocutaneo, successivamente confermata da specifici esami strumentali, in associazione ad un’alterazione del profilo glicolipidico. Non è sempre facile effettuare la diagnosi delle forme parziali, dato che la distribuzione del grasso corporeo può sovrapporsi a quella che è una ridistribuzione normale dovuta all’età, in particolar modo nei pazienti di sesso maschile. Un ritardo nella diagnosi può dipendere altresì dal fatto che la perdita di tessuto adiposo, sia nelle forme parziali che nelle forme generalizzate, può manifestarsi gradualmente. Per quanto riguarda gli esami di laboratorio, il dosaggio della leptina può non essere indicativo nelle forme parziali dato che  la concentrazione che si riscontra nei pazienti affetti, è sovrapponibile a quella della  popolazione normale. Risulta invece indicativo nelle forme generalizzate per le quali i valori di leptina risultano spesso indosabili.

La terapia


La terapia delle lipodistrofie è basata sul trattamento delle complicanze (diabete mellito, ipertensione arteriosa, dislipidemia). Molto spesso tali terapie non riescono a garantire un sufficiente controllo dei parametri metabolici e cardiocircolatori, con la possibile comparsa di quadri patologici di estrema gravità (pancreatiti, insufficienza epatica, scompenso cardiaco). Qualora il controllo delle complicanze non risulti adeguato, può essere somministrato l’ormone leptina, in associazione ad una dieta controllata. La leptina, prodotta sotto forma di leptina umana ricombinante (metreleptina), non è disponibile nel nostro paese se non tramite un fondo nazionale istituito con la legge 326 del 2003 per farmaci orfani per il trattamento delle malattie rare. Non esiste un limite d’età per iniziare a trattare un paziente con metreleptina: la letteratura riporta casi di bambini trattati già a partire dai sei mesi di età. Il clinico dispone di tutte le informazioni per definire la dose di terapia da somministrare in base all’età del paziente, al peso corporeo, ai parametri fisiologici d’interesse e alle complicanze metaboliche
Attività di laboratorio


Nell’ambito del percorso assistenziale dedicato ai pazienti affetti da malattia rara, il laboratorio specialistico svolge un ruolo di notevole rilevanza.
Presso la S.D. Laboratorio Chimica e Endocrinologia dell’Azienda-Ospedaliero Universitaria Pisana, vengono svolti esami mirati al completamento dell’inquadramento clinico del paziente lipodistrofico quali leptina e adiponectina. Quando si ha un sospetto clinico che la lipodistrofia possa avere una causa genetica, vengono richieste le analisi dei geni candidati. La genotipizzazione può includere il sequenziamento di un singolo gene, di un gruppo di geni, o può comprendere l'intero esoma.
Nel nostro laboratorio viene eseguita l’indagine di mutazione per i seguenti geni:
Lipodistrofia Congenita Generalizzata: AGPAT2, BSCL2, CAV1, CAVIN1, PPARG.
Lipodistrofia Congenita Parziale: LMNA, PPARG, PLIN, CIDEC, LIPE, AKT2, CAV1.
Sindromi Progeroidi: LMNA, PIK3R1, PRKCE, PIK3CA, PPP1R3A, POLD1, KCNJ6, BANF1, ZMPSTE24, SPRTN, ERCC6, ERCC8, FBN1, WRN, PCYT1A, POLR3A, PSMB8.
Altre sindromi associate a lipodistrofia: POC1A, PNPLA2, PNPLA3, PNPLA4, PNPLA5, PNPLA7, MFN2, ABHD5, INSR, BLM, LMNB2, ADRA2A, DYRK1B, LMF1, NSMCE2, PLD3, TBC1D4.


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Dipartimento di Endocrinologia (Azienda Ospedaliero - Universitaria Pisana)
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